La (scomoda) storia che nessuno vi racconterà mai della spa più famosa d’Islanda (e del mondo): la Laguna Blu. Conoscete la storia della Blue Lagoon?
La sensazione che ho, ogni volta che mi trovo alla Blue Lagoon per lavoro (cioè in compagnia del mio gruppo), è la stessa. Mi chiedo, osservando gli sguardi dei cinesi in coda alla cassa, degli gli europei festanti con le birre in mano mentre sono a mollo e degli americani che affollano i tavoli del Lava Restaurant in accappatoio: Ma queste persone sanno l’incredibile storia di questo posto?
La risposta è ovviamente no. Certo, se sapessero che stanno facendo il bagno nelle acque di scarto di una centrale geotermica, in una piscina non naturale la cui entrata è (per così dire…) tutt’altro che gratuita, potrebbero pensare che non sia poi così romantico trovarsi qui.
Immaginate se nei cataloghi turistici di tutto il mondo ci fosse scritto:
Non suonerebbe invitante! Ma se poi sapessero anche il resto della storia, allora la magia tornerebbe, eccome. La conoscono in pochissimi, questa storia. E io ho deciso di raccontarvela.
Il CUORE “BOLLENTE” DI REYKJANES
Nel 1969 il consiglio comunale di Grindavík approvò una delibera per esplorare l’area intorno a Svartsengi. L’obiettivo era di sondare l’eventuale presenza di attività geotermica nel sottosuolo al fine di sfruttarla per il riscaldamento delle abitazioni del villaggio. Furono condotti i primi tentativi esplorativi attraverso due trivellazioni, a circa 20 km a sud-est dell’aeroporto di Keflavík, della profondità di 240 e 400 metri, le quali diedero risultati promettenti certificando che si trattava di una “zona ad alta temperatura”. Dentro Reykjanes aleggiava un’anima di fuoco!
Nel 1973 si decise di andare fino in fondo, perforando ancora più in profondità: 1.500 e 1.700 metri. Questi scavi diedero incredibili risultati, al di là delle più rosee previsioni: la zona ad alta temperatura apparteneva a un sistema geotermico vasto ben 400 ettari! Il lavoro di estrazione del fluido geotermico e della distribuzione dell’acqua calda per il riscaldamento delle abitazioni dei comuni limitrofi fu affidato alla compagnia pubblica Hitaveita Suðurnesja hf, che eresse un sistema di condutture di ben 300 km, ancora oggi visibili, sia sotterranee che in superficie.
Ancora oggi sono visibili i segni di questa rivoluzione. L’acqua raggiunge le abitazioni a una temperatura media di 80-85 °C ma nei comuni più vicini all’area geotermica, dove viene estratta, è molto più alta, tanto che (come ad esempio accade per i comuni della costa nord di Reykjanes), è necessario utilizzare le acque di ritorno dell’aeroporto di Keflavik per raffreddarla e renderla utilizzabile!
Non solo acqua e riscaldamento. Svartsengi fu sede della prima centrale geotermica d’Islanda. Il vapore ad alta pressione presente nel sottosuolo fu da subito utilizzato per generare elettricità, tramite un sistema di turbine a vapore ancora oggi in funzione, in grado di produrre fino a 75 MW di energia elettrica e 150 MW di energia termica.
LE ACQUE DI SCARTO E LA NASCITA (CASUALE) DELLA BLUE LAGOON
Praticamente una centrale geotermica funziona così: dopo che l’estrazione pratica del calore è avvenuta, una parte di liquido presente nel sottosuolo, la cosiddetta salamoia geotermica, viene portato in superficie. Si tratta di una soluzione salina calda e concentrata la quale ha attraversato le rocce crostali (vere e proprie spugne impregnate di questo liquido) presenti a profondità elevate nel sottosuolo, arricchendosi di molti minerali e talvolta metalli dissolti.
Molte centrali geotermiche riutilizzano queste acque, reiniettandole nel sottosuolo per stimolare la formazione di nuovo vapore ad alta pressione, ma non era il caso della centrale di Svartsengi, nella quale a partire dalla fine degli anni ’70 venivano scaricate nel vicino campo di lava e muschio, a una temperatura di circa 70°C.
Nessuno diede peso a queste acque di scarto, fino a che, dopo un po’ di cicli estrattivi della centrale, nel campo di lava formarono una sorta di pozzanghera, che poi diventò uno stagno e poi ancora un placido laghetto. Era tutto piuttosto scenografico, anche se si trattava – nella pratica – di un terreno di fatto industriale, occupato da una centrale che scaricava acqua in un campo; ma quel laghetto colmo di acqua azzurra dai riflessi lattiginosi iniziò a ispirare i ragazzi del posto tanto che si sparse presto la voce che quelle belle acque fossero perfette per un bagno caldo.
STORIA DELLA BLUE LAGOON: DAL “MIRACOLO” ALLA CONSACRAZIONE
Siamo all’inizio degli anni ’80, precisamente nel 1981. Tra le persone che ritengono questo “laghetto nato per caso”, che diventerà la Blue Lagoon, un posto degno per un buon bagno c’è un gruppo di islandesi che soffrono di un fastidioso disturbo della pelle: la psoriasi. In generale le acque sulfuree fanno bene, si sa e se lo ripetono, ma queste – guardando il colore – devono essere qualcosa di speciale. Vanno a intuito. Perché non provare?
L’effetto sul disturbo dermatologico fu a dir poco miracoloso: ebbero tutti effetti estremamente positivi, non solo sul breve periodo.
Furono così condotte ricerche scientifiche per dimostrarne l’effettiva efficacia e quando arrivarono i risultati si scoprì che queste acque erano estremamente buone non solo per la cura di quel disturbo ma anche di altri quali reumatismi, sciatica ed eczemi. La voce su questa piscina nata per caso le cui acque erano in grado di curare in poco tempo molti disturbi si sparse velocemente in tutto il Paese, spingendo il comune di Grindavik a strutturare l’area creando una piscina vera e propria.
All’inizio si trattava di una piscina come tante altre in Islanda: spogliatoi scarni, spazi comuni basilari, senza alcun orpello. Per gli islandesi la piscina è il luogo della socializzazione per eccellenza e non è in alcun modo collegato al concetto di lusso. Il necessario per ospitare persone che volevano provare queste acque. Mano a mano che passava il tempo, sempre più studi dimostravano l’incredibile effetto di queste acque: sempre più gente le voleva provare, non solo dalle altre zone d’Islanda ma anche dall’estero. Nel 1999, in concomitanza con la crescita del turismo islandese, si decise di ampliare il progetto. Stava nascendo la Blue Lagoon per come la conosciamo oggi.
LA BLUE LAGOON OGGI: LA SPA PIU’ SOGNATA DEL MONDO
Nei primi anni del 2000 alcuni imprenditori fiutarono il profumo del denaro, dietro alle potenzialità di un luogo del genere. Sempre più turisti la richiedevano e i tour operator iniziavano a inserirla nei pacchetti venduti. Decisero di puntare sempre più sul lusso. Oggi è stata definita dal National Geographic una delle 25 meraviglie del mondo!
La struttura ospita oltre alla piscina: un ristorante, due hotle, il Silica Hotel e il The Retreat, un lussuoso hotel a 5 stelle (il primo in Islanda) composto da 62 suites ognuna delle quali con accesso privato alla piscina (la stanza più economica costa Isk 180.000 a notte, più di €1.000!) e diversi servizi che la rendono una delle spa più lussuose al mondo (sauna finlandese, centro massaggi, bagno turco, caffé etc.)
Una curiosità? C’è lo zampino italiano in tutta questa bellezza: il progetto dell’hotel porta la firma di Design Group Italia, tra i più importanti studi di design d’Europa, fondato a Milano.
Il mondo si divide tra chi sostiene che sia un luogo commerciale, per niente islandese, troppo caro, e chi invece sogna di notte di trovarsi qui, a mollo in queste acque. Il mio consiglio? Non fate l’errore di non provarlo. Meglio poi pensare “non so se ne sia valsa la pena”, “effettivamente è troppo caro”, “ci sono troppi turisti”, che rimanere col rimpianto di esserci passati solo accanto. Anche perché, per quanto le obiezioni di quelli appartenenti alla prima categoria possano risultare (e in effetti lo sono in parte) fondate, secondo me alla stragrande maggioranza di noi è capitato di sperperare soldi in modo ben peggiore…
L’importante è che ora sappiate l’autentica storia della Blue Lagoon!
UN BREVE PRONTUARIO…
- La temperatura dell’acqua è di 38-40 °C
- Il colore turchese e i riflessi lattiginosi dipendono dall’alta presenza di minerali, come la silice, miracolosa per la pelle
- L’acqua viene ricambiata interamente ogni 48 ore
- Ci sono diversi pacchetti, i quali comprendono più o meno servizi (accappatoio/asciugamano, drink di benvenuto, diverse creme per il viso, etc). Il biglietto base parte da Isk 5.990
- La prenotazione in anticipo è obbligatoria